venerdì 4 aprile 2014

Dario Tonani: Mondo9 e gli altri universi arrugginiti!



Milanese classe 1959, laurea in Economia Politica all’Università Bocconi, lavora come giornalista nella redazione di importanti testate motoristiche: prima Quattroruote, poi Ruoteclassiche. Appassionato di science fiction, horror e noir, inizia a pubblicare i suoi primi lavori negli anni ‘80.
Escono poi parecchi racconti su varie testate e arriva ad un primo grande traguardo con la saga dei “+Toon” pubblicata su Urania. Ma il vero “botto” arriva con il racconto Cardanica, pubblicato in ebook dalla 40k, e tradotto in inglese viene acclamato dai lettori in Usa.
A questo punto seguono altri 3 racconti ambientati nello stesso universo di Mondo9 e quindi uniti in un “fix-up”, vengono pubblicati in cartaceo e in un unico libro (di cui trovate la recensione entusiastica di Fabio).
Ora sta uscendo il secondo blocco di racconti che verranno riuniti nel seguito del primo libro. Il successo è già tale da essere tradotto persino in giappone!
Bene, dopo una lunga ma doverosa introduzione veniamo a noi.

F&C: Ciao Dario e grazie per il tempo che ci stai dedicando. La prima domanda viene spontanea:
come ti è arrivata l’ispirazione per Mondo9?
Ciao e grazie a voi per l’ospitalità! L’idea originaria era quella di costruire una storia su una sorta di “astronave” ante litteram, a bordo della quale tutto scimmiottasse le funzioni di un veicolo ultratecnologico, pur trovandoci su una carretta delle sabbie. La mia “Robredo” di rude metallo arrugginito avrebbe potuto benissimo essere di legno, e all’inizio pensai proprio che potesse essere così…

F&C: come lavori quando scrivi? Organizzato o caotico?
Un caos sotto controllo: niente scalette, pochi appunti disordinati, un’idea vaga del prosieguo della storia…

F&C: un’opera di fantascienza che tutti gli aspiranti scrittori di questo genere dovrebbero leggere? (oltre al prontuario di Forte^_^?)
Ci sono tanti libri che ho adorato; il mio augurio per tutti gli “aspiranti scrittori” (ma che brutta definizione!) è che incontrino presto il romanzo o l’antologia capace di scuoterli in profondità e di animare il loro fuoco. Tutto sarà più facile da allora. Quanto a me, tre titoli su tutti: “Fahrenheit 451” di Ray Bradbury, “Dune” di Frank Herbert e “La strada” di Cormac McCarthy… Manuali e prontuari? Utili, ma la formazione vera sta altrove. Leggendo. E battendo sulla tastiera.


F&C: come mai hai scelto lo steampunk? (non mi convincono molto le distinzioni letterarie di genere).
Detesto anch’io le etichette, l’unica “ricetta” in cui sento profondamente di riconoscermi è l’ibridazione, la contaminazione, il crossover tra generi attigui. Lo steampunk? Estetica, ma anche un’approssimazione tutto sommato accettabile per un romanzo “fix-up” in realtà a cavallo di diversi generi: fantascienza, horror, weird, persino fantasy.

F&C: Infezioni e morbi che portano l’uomo a diventare una macchina: ci spieghi in modo più approfondito quest’idea?
Quello della contaminazione è un concetto che declino spesso anche nei miei plot, un mio vecchio pallino: uomo/macchina, uomo/cartoon, carne/metallo, creatura biologica/essere artificiale... Alla base c’è quasi sempre un arricchimento, mai una perdita; questo “accrescimento”, alla prova dei fatti, viene però vissuto dai personaggi in modo molto “umano”: come un ridimensionamento insopportabile, una limitazione alla loro identità originaria, un rimanere a mezza strada. E quindi in modo tormentato e doloroso. Da qui, la cupezza di quasi tutte le mie opere.

F&C: come ci si sente, non solo ad essere uno scrittore di successo, ma un “creatore di mondi”??^_^
Penso spesso che non sia tanto la storia a darti la gioia della creazione, quanto i personaggi che la popolano. Creare un protagonista – ma lo stesso potrei dire di un… mondo – che sia in grado di aprirsi un varco nel cuore dei lettori è quanto di meglio possa fare uno scrittore. Se riesci in quest’impresa, puoi dire di avere svolto davvero il tuo compito al meglio, indipendentemente da tutto il resto. Quando creai il personaggio di Gregorius Moffa ne “L’algoritmo bianco” (Urania 1544, 2009), molti lettori mi scrissero che avrebbero voluto leggere altro con quel protagonista e che un po’ di lui se lo sentivano dentro. Ebbene, provai una sensazione che non mi era capitato di avvertire neppure dopo storie riuscite e apprezzate.


F&C: bella l’idea del libro di illustrazioni realizzato con Franco. Pensi ci sarà un secondo capitolo?
Franco Brambilla, che non finirò mai di ringraziare per la disponibilità e il sostegno entusiasta, sta andando parecchio avanti con le illustrazioni dei nuovi capitoli e proprio di recente abbiamo parlato di un secondo volume che raccolga le immagini più recenti.


F&C: e della graphic novel puoi anticiparci qualcosa?
In realtà, quella in lavorazione è solo una parte molto limitata del libro, un “interludio” di 7 pagine che l’illustratore Diego Capani e io stiamo realizzando come promozione per un futuro progetto più compiuto e articolato.


F&C: sai che adesso che l’opera è giunta in Giappone dovrai per forza introdurre tantissime macchine nuove e dei robottoni, se no i nerd nipponici (otaku) come fanno a fare i modellini di Mondo9? Scherzi a parte, qualche ditta di modellismo ti ha già contattato??
Diciamo che qualcosa si muove anche su quel fronte: un paio di modellisti “professionisti” si sono fatti avanti per poter realizzare un modello in scala della “Robredo”. Nulla comunque di commerciale. Quanto a nuove macchine, nel secondo ciclo di storie non mancano di certo.

F&C: pensiamo in grande: la tua saga si presta più ad una trasposizione sul grande schermo o in un serial tv?
Se dobbiamo pensare in grande, senza preoccuparci del budget, direi che mi accontenterei di un bel blockbuster, con un cast stellare e un regista da far tremare i polsi. Magari che estrapoli solo una delle storie del libro (non chiedermi quale!), inserendo però qualche citazione delle altre.

F&C: lasciamo un attimo mondo9. Puoi accennarci qualcosa al secondo capitolo di War in uscita con i tipi di Mezzotints?
Uscirà a breve, credo attorno al 10 di aprile. E saranno due capitoli nuovissimi e molto tosti; il primo riprende un episodio della Seconda guerra mondiale, l’altro è ambientato in una Sarajevo del futuro che rivive, a distanza di una quarantina d’anni, l’incubo dell’assedio durante la guerra dei Balcani.

F&C: un consiglio per aspiranti scrittori di genere?
Leggere, scrivere, leggere, scrivere, leggere e scrivere. E - non viene mai detto abbastanza! - mettersi al computer anche quando non si ha nessuna voglia di farlo.

F&C: In Italia dicono si legga poco. Figuriamoci quindi i romanzi/racconti di fantascienza. Ma che senso ha allora dedicarsi a questo genere?
Non ha nessun senso, assolutamente d’accordo! Tant’è.

F&C: collegata alla domanda precedente. Ho letto accese discussioni su: - in italia la fantascienza è morta – ci sono più aspiranti scrittori che lettori –  e troppi concorsi – ma a che servono i concorsi se poi vincono i soliti premiati dai loro amici – come attrarre nuovi lettori- etc. Ma essendo in pochi (lettori e scrittori), non servirebbe più “unità di intenti” per usare il politichese?
Il mondo della fantascienza italiana è molto frammentato. A ciò si aggiunga che è sanguigno e decisamente litigioso. C’è sempre stata poca volontà di fare squadra, prima ancora che massa. Anche se adesso qualcosa sta cambiando… Sull’attrarre nuovi lettori, metti il dito nella piaga; la vera agonia della fantascienza sta nel fatto che non ha ricambio generazionale di lettori. Grazie della chiacchierata e stay tuned!

Grazie a te e alla prossima!
By Alberto Sangiovanni









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