lunedì 6 settembre 2021

Fantascienza&Co compie 10 anni!


 

Nel mese di agosto questo blogghetto ha compiuto 10 anni, quindi mi sembra giusto farvi un resoconto dei fatti più importanti di questi due lustri appena conclusi.

Comincio con il dire che ad oggi siamo arrivati ad oltre le 72.000 visualizzazioni singole, quindi vuol dire circa 6.500 all’anno ovvero un discreto numero di appassionati di fantascienza che cerca notizie anche su Fantscienza&Co.

Altri avvenimenti salienti, anzi i più importanti fin’ora, sono i due ebook pubblicati e il terzo in arrivo, due Convention e forse la terza in arrivo.

Questi piccoli successi mi hanno portato via il tempo per aggiornare il contenuto del blog, ma ho continuato su Facebook a proporvi notiziole sulle due pagine presenti.

Non ho concluso le recensioni dei film Marvel ma volutamente perché ho trovato pessimo il finale di endgame: come minimo dovevano invertire i finali di Cap e Tony. Ma poi come si fa a far fuori un personaggio che ha come prerogativa principale l’intelligenza e la capacità di avere sempre un piano-b? Solo per questioni di contratti? Ma per piacere. 

Comunque, se lì non sono andato avanti e non ci andrò fino a che non faranno ritornare in qualche modo l’uomo di latta, vi invito a seguire altre pagine-post che cerco tenere aggiornate e cioè:

la pagina Real- Robot the List, la pagina dei Lego e quella relativa ai produttori di giochi e modellini interessanti. Altre recensioni di film, libri e storie varie che farò, dipendono sempre dal tempo a disposizione.

Progetti per il futuro? Come dicevo un terzo ebook, una terza Convention e poi vediamo, le idee sono molte, ma il tempo per l’hobby è sempre poco. Vedremo, intanto attendo anche vostri suggerimenti e idee.

Vi ringrazio per il tempo che mi avete dedicato e spero continuerete a seguire questo blog ma soprattutto a seguire la nostra comune passione per la fantascienza e il mondo dei Mecha e quindi di Mechanomicon.  

martedì 2 marzo 2021

Ma.K. 15mm

 


Dopo una specie di Odissea postale, finalmente mi sono arrivate le minias di MAK della Slave2gaming.

Per chi non conoscesse Ma.K., trovate qui una mia breve spiegazione di questa fantastica opera del maestro Kow Yokoyama:

Ma.k.

Tra le varie tipologie di minias ho scelto di prendere quelle che vedete nella prima immagine.

La qualità di stampa è ottima e si vede soprattutto dai particolari. Era molto tempo che non prendevo in mano miniature di metallo e, per quanto la plastica sia fantastica per i dettagli, il "ferro" comunica una bella sensazione di "potere assoluto"! :D Tra l'altro queste minias sono stampate benissimo, hanno pochissimo materiale in eccesso da pulire.

Per quanto riguarda le dimensioni, dopo un discreto dibattito, l'amico Beppe, webmaster di Gundamdesign, righello alla mano ha concluso che la scala è circa 1/100. E sapete bene che 1/100 vuol dire MG di una certa ditta giapponese...

Qui mostro le dimensioni in fianco ad una SAFS 1/76:


Ho una grossa indecisione sulle dimensioni delle basette. Sempre Beppe ha  suggerito di usare le 20mm per le suit e 40mm per i walker. Aggiungo che si potrebbero usare anche le classiche GW da 25mm e 32mm, tanto le regole del wargame lasciano libertà di utilizzo.


SAFS e GUSTAV


Per concludere devo dire che i ragazzi della Slave2gaming stanno facendo davvero un ottimo lavoro, c'è solo da capire quali altri kit produrranno...noi li vogliamo tutti ovviamente! :D

Slave2gaming.com


After a sort of postal Odyssey, the Slave2gaming MAK minias finally arrived. For those unfamiliar with Ma.K., find here my brief explanation of this fantastic work of the master Kow Yokoyama:
Ma.k.

Among the various types of minias I have chosen to take the ones you see in the first image. The print quality is excellent and can be seen above all from the details. It had been a long time since I picked up metal miniatures, and as much as plastic is fantastic in detail, "iron" conveys a great feeling of "absolute power"! :D Among other things, these minias are very well printed, they have very little excess material to clean. As for the size, after a fair debate, my friend Beppe, webmaster of Gundamdesign, ruler in hand, concluded that the scale is about 1/100. And you know that 1/100 means MG from a certain Japanese company ... 

I have a big indecision about the size of the bases. Beppe also suggested using 20mm and 40mm. I add that the classic 25mm and 32mm GWs could also be used, so much so that the rules of the wargame leave freedom of use. To conclude, I must say that the guys at Slave2gaming are doing a really good job, we just have to understand what other kits they will produce...we obviously want them all! :D

Slave2gaming.com

sabato 30 gennaio 2021

GUNPLA 40th

                                                                                  

 

Uscito alla fine dello scorso anno, il libro Gunpla 40th ci presenta una panoramica sul mondo dei modellini di plastica Gundamici (detti appunto "Gunpla") a celebrazione dei 40 anni dalla prima produzione.
Questo libro fa parte, come si legge nella prima pagina, del progetto "Link" che intende unire tutti gli appassionati di Gundam e di Gunpla del mondo.
Vengono anche citati due eventi: uno è il modellone mobile scala 1:1 di Yokohama, l'altro è il lancio nello spazio, sempre nel 2020, del satellite "G-Satellite" contenente i Gunpla di Gundam e dello Zaku di Char.
Nelle pagine successive si legge un approfondimento sugli eventi che hanno costituito il "Gunpla Link Project", per proiettare i gunpla verso il futuro. In particolare vengono presentate le ultime nate fra le tipologie di questi modellini e cioè: i MGex (Master Grade extreme), gli Entry Grade (che adottano la nuova tecnologia "touch gate" che permette di staccare i pezzi dalle sprue senza usare pinzette nè carta vetrata per togliere i segni) e il nuovo Perfect Grade del Gundam.
Dopo un'altra carrellata sull'evento di Yokohama, il libro mostra tutte le tipologie di gunpla ad oggi disponibili e si prosegue poi finalmente, con la storia dei gunpla, partiti un anno dopo la trasmissione dell'anime, il cui scopo era appunto vendere modellini (e giocattoli).
Note interessanti sono poi l'introduzione degli MSV (Mobile Suit Variation) per dare ancora più gunpla al pubblico, oppure l'invenzione dei polycaps per migliorare le articolazioni.
Si arriva quindi ad oggi ed ai progetti produttivi che vogliono migliorare vari aspetti della costruzione: i materiali, i colori, l'assemblaggio, i manuali e cosi via.
Poi è il turno delle serie Gundamiche espressamente costruite sui Gunpla: ci sono le sinossi da Gunpla Builders Beginning G a Gunpla Build Divers Re:Rise.
Il capitolo successivo vede la presenza di due brevi interviste a due sensei dell'animazione. Il primo è ovviamente il "Mecha Designer" per eccellenza: Kunio Okawara. Una sua frase mi ha colpito particolarmente e cioè: "ho utilizzato le armature dei samurai e i costumi tradizionali come motivo per Gundam, uniformi militari Germaniche e abiti degli uomini d'affari per gli Zaku".Sembra scontato ma detto da lui toglie ogni dubbio al riguardo. La seconda intervista è stata fatta ad un Mecha Designer un pò più giovane: Kanetake Ebikawa, noto ad esempio per il design del Gundam Exia. Di particolare fra queste righe direi solo il suo "shock" alla vista del primo Master Grade, che per lui è stato il punto di svolta per la tecnologia dei nuovi kit.
Proseguiamo poi con un'approfondimento sulle Gundam Base sparse fra Giappone e paesi limitrofi e poi con l'apertura dello shop online Premium Bandai...che per noi europei è una gran fregatura, altro che "link"! :)
Il capitolo successivo riguarda invece le collaborazione fra Bandai e varie aziende o società sportive per produrre Gunpla personalizzati (incubo per collezionisti direi!). E a proposito di aziende si passa al progetto del designer Ken Okuyama che ha realizzato il modellino di Gundam "G 40 Industrial design ver." E' stato anche prodotto anche un breve film, diretto dal regista Ko Matsuo, in cui, oltre ai  personaggi con uno stile diverso dall'originale, si vedono in azione questo G40 e degli Zaku niente male.
Capitolo finale, forse il mio preferito, riguarda l'evoluzione delle Box Art: dal primo, Masayuki Hasegawa, al più famoso Hidetaka Tenjin.
Spero questa carrellata possa essere servita a smuovere una volta di più la vostra curiosità verso i Gunpla e ammetto che una cosa del progetto Link ha funzionato: le didascalie in inglese, se no col cavolo avrei potuto scrivere queste due righe!
A presto e buon Gunpla a tutti!